Culti, setteDa qualche anno è stato lanciato l’allarme sulla crescente diffusione nel nostro Paese di gruppi e pseudo-religiosi anche “estremi”. Le cronache recenti hanno riferito di drammatiche condizioni di vita e di situazioni di completo “controllo mentale” presenti in certi gruppi. Molte le persone che anche in Italia vivono direttamente questo grave problema, alle quali si aggiungono i parenti delle vittime indirettamente coinvolti.

Dalle atmosfere esotiche di presunti gruppi orientaleggianti a quelle penitenziali degli integralisti cristiani, l’allarme è crescente. Mentre questa sorta di realtà parallela vive, si autoalimenta e si diffonde nella quasi totale indifferenza, non è raro imbattersi in notizie che all’improvviso ce la mostrano in tutta la sua drammatica complessità. Basta sfogliare una rapida rassegna stampa per rendersi conto dell’alto numero di casi che hanno avuto a che fare con la magistratura, con le forze dell’ordine o, nelle situazioni più disperate, con la morte. Sono proprio queste ultime situazioni, le più drammatiche, che periodicamente accendono i riflettori e spostano la lettura dei gruppi sul tema della libertà di adesione, elemento fondamentale che traccia la linea di demarcazione e che inesorabilmente trasforma, con la sua assenza, il gruppo in culto abusante.

Il tema verrà trattato il 3 febbraio, nella Gionata di Studi “Le Libertà illusorie. Culti abusanti e manipolazione mentale nella società odierna”, organizzata dall’Osservatorio Nazionale Abusi Psicologici, presso al sale del Museo dell’Abbazia delle Tre Fontane, a Roma.

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